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Bilaterali III: più competitività, meno burocrazia
A colpo d'occhio
- Con gli Accordi bilaterali III vengono ridotti gli ostacoli commerciali, diminuendo così l’onere burocratico per le imprese svizzere.
- Complessivamente, con il nuovo pacchetto di accordi, la Svizzera recepisce 95 atti giuridici dell’UE. Il 99% del diritto del mercato interno dell’UE non deve essere adottato.
- Con un’attuazione interna favorevole alle imprese, la Svizzera ha l’opportunità di ridurre il carico burocratico a livello nazionale.
Nei suoi comunicati stampa, l'UDC avverte regolarmente che il nuovo pacchetto di accordi con l'UE provocherebbe uno tsunami burocratico. La motivazione addotta è il gran numero di regolamenti UE che la Svizzera dovrebbe presumibilmente adottare. Questi timori sono tuttavia infondati. Gli Accordi bilaterali III non comportano un aumento, ma una riduzione della burocrazia, a patto che vengano gestiti correttamente.
Da oltre vent'anni gli Accordi bilaterali contribuiscono alla riduzione della burocrazia
Un buon esempio è l’accordo bilaterale sul reciproco riconoscimento in materia di valutazione della conformità (MRA), che copre circa 20 settori di prodotto, ossia il 73% di tutti i prodotti industriali svizzeri esportati nell’UE. Senza un accordo funzionante, molti di questi prodotti industriali dovrebbero essere controllati due volte, sia in Svizzera sia nell’UE, comportando un notevole aumento del carico burocratico, soprattutto per le PMI. Le imprese svizzere nel settore medtech (il 95% delle quali sono PMI) possono confermarlo: nel 2021 hanno perso l’accesso libero al mercato interno europeo, affrontando un elevato carico operativo aggiuntivo. È quindi fondamentale aggiornare finalmente l’attuale MRA tramite i Bilaterali III, riducendo nuovamente la burocrazia. Analogamente, anche nel settore alimentare sarà possibile ridurre il carico burocratico per le imprese orientate all’export attraverso una normativa unica di conformità.
Anche l’accordo sulla libera circolazione delle persone porta da anni grandi vantaggi: le imprese in Svizzera possono reclutare lavoratori direttamente e senza complicazioni dall’area UE quando non ne trovano in patria, senza il precedente onere amministrativo del sistema di contingenti, che richiedeva centinaia di posti presso la Confederazione e, in particolare, nei Cantoni, e comportava tempo e sforzi amministrativi per le imprese.
Il 99% delle normative UE non ha nulla a che vedere con gli Accordi bilaterali
Anche con gli Accordi bilaterali III non si profila un aumento della burocrazia: prevedono infatti solo l'adozione da parte della Svizzera di esattamente 95 nuovi atti giuridici dell'UE, ovvero meno dell'1 per cento del diritto del mercato interno dell'UE. Naturalmente, i Bilaterali III comportano un certo carico normativo. Ma la stragrande maggioranza delle disposizioni UE da recepire riguarda norme tecniche. E su questo punto le imprese sicuramente non desiderano particolarismi svizzeri: norme uniformi riducono il lavoro per le nostre aziende e facilitano l’accesso al mercato europeo.
Una parola sul restante 99% degli atti del mercato interno dell’UE. Esistono effettivamente numerosi esempi di sovraregolamentazione o regolamentazioni inadeguate, con in testa il reporting ambientale, il sistema di compensazione delle emissioni di CO₂ alla frontiera (CBAM) e la legge sulla due diligence nelle catene di approviggionamento. Nonostante le ripetute affermazioni dei critici, la Svizzera non recepisce nessuna di queste regole nell’ambito dei Bilaterali III. Il motivo è semplice: gli atti giuridici da recepire sono elencati in modo conclusivo nei sei accordi sul mercato interno. Tutto ciò che non è elencato non sarà oggetto di recepimento, inclusi ad esempio intelligenza artificiale, tassonomia, fiscalità e molto altro. La stragrande maggioranza della normativa UE non ha quindi alcun legame con i Bilaterali III. In questo ambito la Svizzera continua a decidere in modo autonomo.
È fondamentale che gli Accordi bilaterali III siano attuati in modo favorevole alle imprese
È fondamentale il modo in cui la Svizzera attuerà il nuovo pacchetto di accordi sul proprio territorio. Un esempio lampante è l'accordo sull'energia elettrica, che consente alla Svizzera di mantenere un servizio universale regolamentato. Tuttavia, l'accordo non prescrive come ciò debba essere concretamente realizzato. Abbiamo quindi nelle nostre mani la possibilità di sfruttare in modo coerente il margine di manovra esistente e di ridurre l'onere normativo in Svizzera.
Questo testo è stato pubblicato per la prima volta il 18 dicembre 2025 sul Tagesanzeiger.
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